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L'intreccio del giunco: l'arte antica del Salento che vive ancora oggi
Nel cuore del Salento esiste una tradizione antica, silenziosa, fatta di mani pazienti e gesti ripetuti: l’intreccio del giunco. Un’arte semplice, nata dalla terra e dall’acqua, che ha accompagnato per secoli la vita quotidiana di contadini, pastori e pescatori.
Dal giunco alle mani
Il giunco, o palèddhu in dialetto salentino, cresce nelle zone umide: vicino a stagni, fiumi e paludi. Una volta raccolto, veniva bollito, essiccato e talvolta zolfato, per renderlo più flessibile. Poi toccava alle mani sapienti, soprattutto femminili, trasformarlo in fiscelle per i formaggi, panari per raccogliere frutta, nasse per la pesca, stuoie e contenitori per ogni uso.
Un gesto che racconta una civiltà
Ogni intreccio è diverso, ogni oggetto ha la sua funzione. E dietro ogni cesto c’è una storia di famiglia, di lavoro, di comunità. Un tempo il giunco era ovunque. Oggi, resiste grazie a pochi artigiani e a piccoli musei che custodiscono e tramandano questa memoria, come quello di Acquarica del Capo, dedicato proprio a questa tradizione.
Vederlo dal vivo
Passeggiando nei mercatini o visitando laboratori artigiani nel sud della Puglia, potrai ancora oggi trovare panari, fiscelle, sottopentole e piccoli capolavori in giunco. E magari osservare l’artigiano al lavoro, in un silenzio rotto solo dallo sfregare del giunco e dal sapere antico che prende forma.
Fonte immagine: https://www.turismo.it/tradizioni/articolo/art/il-salento-a-tutto-palddhu-id-699